Valvola di sfogo per un periodo di ricostruzione. A volte sono una chiavica, a volte mi pregio di scrivere cose interessanti. Accomodatevi e se ne avete voglia commentate e giudicate. Se volete scendere nel personale scrivetemi pure: andrea_carraro@yahoo.it

venerdì 5 gennaio 2007

46 ore ...

Curioso come certe cose succedano contemporaneamente.

Il 22 settembre mi sono schiacciato un dito con un'asta da microfono e quella stessa sera ho ricominciato a vivere, come se il povero anulare pulsante della mia mano sinistra, che fino a qualche mese prima aveva altri significati, mi dicesse "Andre, sveglia, ti farò male finché non ti svegli".

Beh, mi sono svegliato eccome e per tutti questi mesi il segno di quel piccolo ma dolorosissimo imprevisto mi ha accompagnato in una serie di alti e bassi di umore stile ottovolante.

Proprio mentre torno coi piedi per terra il mio piccolo ematoma/post-it sta sparendo, sabato sera potrei non averlo già più e io lo prendo come un segnale, perché forse sabato non significherà più niente.

Sabato finalmente si torna sul palco.

E' dal 26 novembre che io, Sandro, Mario e Franco proviamo come I Ramoni, un gruppo che non abbiamo fondato ma del quale orgogliosamente portiamo avanti la tradizione.

Siamo i KISS del punk rock e spero che qualcuno dei vecchi Ramoni ci sia, per noi sarebbe un onore.

E' buffo come la fine di novembre sia stata iper-positiva per molti versi.

Pochi giorni prima avevo avuto un attacco di panico, non mangiavo niente e mi tormentavo suonando ed ascoltando tutto il giorno ballate di Keith Richards, belle quanto vuoi ma pessime se la vita affettiva va a rotoli.

Sono bastate due telefonate, una della sorella del mio migliore amico e e quella di mio fratello per rimettermi in carreggiata.

Un progetto divertente a cui lavorare, due mesi a scrivere i testi per I Ramoni, e le cose che ho cavato dalla mia zucca mi piacciono un sacco, per autocitarmi: "Me fan rie, te fan rie".

Stasera abbiamo fatto la penultima prova, domani la generale con tanto di coreografie e sabato sul palco del Milk a dimostrare molte cose.

Dimostrare che si riesce a fare ancora qualcosa di buono con un pò di entusiasmo e creatività.

Dimostrare che alla fine, anche se molte cose vanno male, so ancora divertirmi.

Dimostrare che sono ancora in piedi pronto a farmi un'ora con la parrucca in testa come un cretino a cantare di uomini troppo bassi, tossici con problemi di intonaco in casa e di storie d'amore andate male (le ultime sono tutte autobiografiche) di fronte ad una massa di sconosciuti e di cari amici che sanno benissimo a chi o cosa si riferisce l'ultima categoria di canzoni sopraelencate.

E qui casca l'asino.

Una canzone è eccessivamente autobiografica, ma chi se ne frega, in fondo è il bello di scrivere le canzoni, di scriverne le parole.

Personalmente io delle canzoni ricordo con maggiore entusiasmo una strofa che mi tocca particolarmente più che la melodia, mi piacciono le parole, mi piace scrivere, ma volete mettere avere l'opportunità di comunicare di persona una tua creazione?

Certe situazioni che ti hanno ispirato possono passare, magari non vuoi più quello, o chi, di cui hai scritto, o magari lo vuoi ancora più di prima, ma la canzone rimane.

Nero su bianco, chissà quante altre volte dovrai cantarla di nuovo.

La impari a memoria e la canti, e te la gusti pure, sperando magari che la persona per cui l'hai scritta la ascolti almeno una volta.

Scrivere vuol dire mettersi a nudo, sta a chi ti ascolta capire.

Io so benissimo di cosa parlo e, visto che le parole che ho scritto e che salirò cantare sul palco sono farina del mio sacco, mi auguro che chi si sente basso apprezzi "Ommu piccin tutto belin", chi ogni mattina prende la corriera per venire a lavorare si riconosca in "Pentema" e, perché no, che qualcuno senta "Mi te voggiu chi" e dica, o almeno pensi, "Hey, questa canzone parla di me".

Sarebbe figo, io lo penso ogni volta che sento "Play Me" delle Chubbies, so che non è stata scritta per me, ma non c'é canzone al mondo in cui io mi riconosca di più, neanche degli Stones, e questo è tutto un dire.
Ogni volta che lo dico a Jeannette, la ragazza che l'ha scritta, lei si commuove, beh, mi vorrei commuovere anch'io ogni tanto ...

Vabbé, volevo solo scrivere queste cose, non era un post divertente ne particolarmente struggente, ma cazzo, mica devo sempre fare l'intrattenitore.

Per quello vi aspetto sabato, alle 23, al Milk.

Baxi,

Dria Ramone

4 commenti:

Franco Zaio ha detto...

Belàn, siete troppo belli! Se i miei famigliari la smettono di ridursi come i Damned del primo fondamentale disco a furia di vomitare (bleah) vengo e vi benedico (probabilmente col vomito, ha ha). Siete mitici.
Gabba gabba Samp!

Franco Vegiu Ramone

PS Belandi Dria, ti sei messo il template uguale al mio! Affinità elettive? ;-))

Andrea ha detto...

PS Belandi Dria, ti sei messo il template uguale al mio! Affinità elettive? ;-))

Diciamo semplice ammirazione ;-)

Franco Zaio ha detto...

A questo punto mettiamoci in link a lato! Posso metterti nei Preferiti?
Ciao, a domani sera (spero, perchè anche io non mi sento molto bene: too old to rock'n'roll, too young to die, ha ha ha).

Andrea ha detto...

A questo punto mettiamoci in link a lato! Posso metterti nei Preferiti?

Fatto!