Valvola di sfogo per un periodo di ricostruzione. A volte sono una chiavica, a volte mi pregio di scrivere cose interessanti. Accomodatevi e se ne avete voglia commentate e giudicate. Se volete scendere nel personale scrivetemi pure: andrea_carraro@yahoo.it

mercoledì 18 aprile 2007

Unire i puntini ...

Giovedì scorso mi sono trovato a fare un discorso piuttosto serio con una persona, si parlava di paura della morte, di paura del futuro, soprattutto da parte sua per la prima e da parte mia per la seconda.

Il weekend ha portato consiglio, io ho ragionato molto sul mio futuro, forse ho capito veramente cosa farne, e domenica notte mi sono trovato a vedere questa persona stare molto male, vederla impaurita, piccola e indifesa quando il dolore che provava l'ha portata a pensare di essere prossima a morire.

E' stato buffo che io fossi li in quel momento, spaventato, preoccupato, ma con la mia solita calma apparente a farle coraggio e a far finta di niente.

Io, che pochi giorni prima le dicevo che la morte è una cosa normale, che in fondo fa parte del percorso che dobbiamo compiere, dentro di me stavo malissimo, anche quando ho saputo che era tutto a posto.

Ho avuto mal di stomaco tutto il giorno per la tensione e la sera ero di nuovo li, a farle coraggio, sollevato vedendola stare meglio ma ammettendo che, anche se faccio l'impassibile, dentro spesso non sto come sembra.

Volevo farvi leggere queste righe, sono la traduzione migliore che potessi fare di un discorso di Steve Jobs di fronte agli studenti dell'Università di Stanford del giugno 2005.

A me piace molto, ogni tanto me lo rileggo perché mi fa ragionare sul futuro, su tutte le paure che mi affliggono, i fantasmi che mi porto dentro, la paura che ho ogni giorno di fare veramente quello che vorrei fare.

Me lo dicono in molti: "Andre, perché vedi tutto nero? Perché sei così pessimista? Perché non ti fidi una volta tanto delle tue impressioni invece che delle tue paure?".
Ragazzi non lo so, ma ora come ora è così.

Per me queste parole di Steve Jobs sono verità assolute, anche se non riesco ancora a seguirle.

Spero di farcela un giorno.


Il Discorso di Steve Jobs

Sono onorato di essere con voi al vostro diploma presso una delle migliori università del mondo.
Io non mi sono mai diplomato al college. In verità, questa è la volta che sono stato più vicino ad una cerimonia per il diploma.
Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita.
Tutto qui, niente di che. Solo tre episodi.

La prima storia ha a che fare con l'unire i puntini.

Ho mollato il Reed College dopo i primi 6 mesi, e poi sono rimasto li come un imbucato per altri 18 mesi circa prima di mollare veramente.

Perché ho mollato?

Tutto è cominciato prima che io nascessi.

La mia madre biologica era una giovane studentessa diplomata, nubile, e decise di darmi in adozione.
Era fermamente convinta che io dovessi essere adottato da una coppia di diplomati al college, pertanto tutto era stato organizzato affinché io fossi adottato alla nascita da un avvocato e sua moglie.
Eccetto che quando io venni al mondo questi decisero che in verità volevano tanto una bambina.
Pertanto i miei genitori, che erano in lista d'attesa, ricevettero una chiamata nel pieno della notte e gli dissero: "Abbiamo un maschietto non previsto; lo volete?" Loro risposero: "Certo."

Più tardi la mia madre naturale scoprì che mia madre non si era mai diplomata al college e che mio padre non aveva mai finito il liceo.
Si rifiutò di firmare i documenti finali per l'adozione.
Cambiò idea mesi più tardi quando i miei genitori le promisero che io sarei andato al college.
E così 17 anni più tardi io andai al college.

Stupidamente scelsi un college che era caro quasi come Stanford, tutti i risparmi dei miei genitori se ne andavano nella mia retta.
Dopo sei mesi non riuscii a vedere il senso di tutto ciò.

Non avevo idea di cosa volessi fare della mia vita e di come il college mi avrebbe aiutato a capirlo.
E intanto ero li a spendere tutti i soldi che i miei genitori avevano messo da parte per tutta la loro vita.
Decisi di mollare convinto che tutto si sarebbe risolto per il meglio.
All'epoca fu una cosa che mi faceva paura, ma guardandomi indietro è stata una delle decisioni migliori che io abbia mai preso.
Nell'istante in cui mollai ho potuto smettere di seguire i corsi obbligatori che non mi interessavano e seguire invece quelli che mi sembravano interessanti.

Non era tutto così romantico. Non avevo una stanza, quindi dormivo sul pavimento di qualche amico, rendevo i vuoti delle bottiglie di Coca Cola per il deposito di 5 centesimi per comprarmi da mangiare, e ogni domenica sera camminavo per 7 miglia attraverso la città per godermi un buon pasto al tempio Hare Krishna.
Lo adoravo. E tutto ciò in cui mi imbattevo seguendo la mia curiosità si rivelò inestimabile più avanti.

Vi farò un esempio: il Reed College all'epoca offriva probabilmente il miglior corso di calligrazia della nazione.
In tutto il campus, ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto, era stupendamente calligrafata a mano.
Non dovendo più seguire i corsi normali, decisi di seguire quello di calligrafia per imparare come si faceva.
Imparai cosa erano i caratteri con e senza le "grazie", come si poteva variare lo spazio tra diverse combinazioni di lettere, cosa rendeva grande la grande tipografia.
Era tutto bello, storico, artisticamente subdolo in una maniera che la scienza non riesce a cogliere, e lo trovavo affascinante.

Niente di tutto ciò aveva la minima possibilità di applicazione pratica nella mia vita. Ma dieci anni fa, quando stavamo progettando il primo computer Macintosh, mi ritornò in mente. E lo abbiamo incluso nel Mac.
Era il primo computer con dei bei caratteri. Non fossi mai capitato a frequentare quel singolo corso al college, il Mac non avrebbe mai disposto di caratteri multipli o separati proporzionatamente. E, visto che la Microsoft ha semplicemente copiato il Mac, è probabile che nessun personal computer li avrebbe.

Non avessi mollato, non sarei mai capitato in quel corso di calligrafia e i personal computer oggi non avrebbero i bei carratteri di cui invece sono dotati.

Ovviamente era impossibile unire i puntini in avanti quando ero al college.
Ma era tutto molto, molto chiaro guardandosi indietro dieci anni più tardi.
Di nuovo, non si possono unire i puntini guardando in avanti; puoi farlo solo guardando indietro.
Pertanto dovete credere al fatto che in qualche modo si uniranno nel vostro futuro.
Dovete avere fiducia in qualcosa - il vostro stomaco, il destino, il karma, qualunque cosa. Questo approccio non mi ha mai deluso, ed ha fatto tutta la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia parla di amore e perdita.

Sono stato fortunato - ho scoperto presto nella mia vita cosa amavo fare.

Woz ed io abbiamo comminciato la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo 20 anni.
Lavoravamo duro e in 10 anni la Apple passò dall'essere soltanto noi due in un garage a diventare un'azienda da 2 miliardi di dollari con 4000 dipendenti.

Un anno prima avevamo appena realizzato la nostra creazione migliore - il Macintosh -
ed io avevo compiuto 30 anni. E poi fui licenziato.

Come puoi essere licenziato da una società che hai fondato tu stesso?

Beh, mentre la Apple cresceva, avevamo assunto a dirigere con me l'azienda una persona che io ritenevo ricca di talento, e per il primo anno le cose andarono bene.
Ma poi cominciammo a dissentire su come vedevamo il futuro e alla fine il rapporto tra noi si deteriorò irreparabilmente.

Quando successe, il nostro consiglio di amministrazione si schierò dalla sua parte.
Pertanto a 30 anni io ero fuori.
Fuori in una maniera molto visibile.
Ciò che era stato il centro dell'attenzione di tutta la mia vita adulta era sparito, e fu devastante.

Per un pò di mesi non seppi cosa care.
Sentivo di aver deluso la precedente generazione di imprenditori - di aver lasciato cadere il testimone mentre mi veniva passato.

Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e cercai di scusarmi per aver fallito in così malomodo.
Avevo fallito in un modo così plateale che pensai pure di scappare dalla valley.
Ma lentamente cominciai a comprendere qualcosa - amavo ancora quello che facevo.

Quello che era successo alla Apple non lo aveva cambiato neanche un pò.
Pertanto decisi di ricominciare da capo.

All'epoca non lo capivo, ma essere licenziato dalla Apple è stata la cosa migliore che mi potesse succedere.

Il peso di avere per forza successo fu sostituito dalla leggerezza di essere di nuovo un principiante, più dubbioso di tutto.
Mi aveva reso libero e in grado di cominciare uno dei periodi più creativi della mia vita. Nei cinque anni successivi fondai una compagnia chiamata NeXT, un'altra chiamata Pixar, e mi innamorai di una donna fantastica che sarebbe diventata mia moglie.

La Pixar realizzò il primo film animato completamente al compuer, Toy Story, ed ora è lo studio di animazione di maggior successo al mondo.

Per un curioso susseguirsi di eventi, la Apple comprò la NeXT, e la tecnologia che avevamo sviluppato alla NeXT è ora il cuore della rinascita odierna di Apple.

E io e Laurene abbiamo insieme una famiglia meravigliosa.

Sono sicuro che tutto ciò non sarebbe successo se io non fossi stato licenziato dalla Apple.
E' stata una medicina amarissima da prendere, ma credo che il paziente ne avesse bisogno.

A volte la vita ti colpisce sulla testa con un mattone.

Non perdete la fede.
Sono convinto che l'unica cosa che mi ha fatto andare avanti fosse che amavo quello che facevo.

Dovete scoprire cosa amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per chi amate.

Il vostro lavoro occuperà una grande parte della vostra vista, e l'unico modo di essere veramente soddisfatti è fare quello che voi crediate essere un gran lavoro.

E l'unico modo di fare un gran lavoro è amando quello che fate.
Se non lo avete ancora trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi.
Come per tutte le questioni di cuore, lo capirete quando lo avrete trovato.
E, come ogni relazione importante, diventerà sempre meglio con il passare degli anni.
Pertanto continuate a cercarlo. Non accontentatevi.

La terza storia ha a che vedere con la morte.

Quando avevo 17 anni lessi una frase che diceva più o meno così:

"Se vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, prima o poi avrai avuto sicuramente ragione."


Mi colpì, e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: "se oggi fosse il mio ultimo giorno di vita, avrei voglia di fare quello che sto per fare oggi?"
Ogni volta che la risposta è stata "No" per troppi giorni di fila, sapevo che avrei dovuto cambiare qualcosa.

Ricordarmi ogni giorno che sarei morto presto è lo strumento più importante che io abbia mai incontrato per aiutarmi a prendere le decisioni importanti della vita.
Perché quasi tutto - tutte le aspettative esterne, tutto l'orgoglio, tutta la paura dell'imbarazzo e del fallimento - tutte queste cose spariscono di fronte alla more, lasciando solo ciò che è veramente importante.

Ricordandovi che morirete è il miglior modo per evitare la trappola di pensare che abbiate qualcosa da perdere.

Non c'é motivo per non seguire il proprio cuore.

Circa un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro.

Ho fatto un esame alle 7:30 del mattino , e mostrava chiaramente un tumore al mio pancreas. Non sapevo neppure cosa fosse i l pancreas. I dottori mi dissero di essere praticamente certi che si trattasse di un tipo di cancro incurabile, e che dovevo aspettarmi di vivere non più di 3/6 mesi.

Il mio dottore mi consiglio di andare casa e di mettere a posto i miei affari, che nel codice dei dottori vuol dire prepararsi a morire.

Significa dire ai tuoi figli in pochi mesi quello che gli avresti dovuto dire nei prossimi 10 anni.

Significa assicurarsi che tutto sia a posto così da rendere tutto il più facile possibile per la tua famiglia.

Significa dire i tuoi addio.

Ho convissuto con quella diagnosi tutto il giorno.
La sera mi è stata fatta una biopsia, dove ti infilano un endoscopio giù per la gola, attraverso lo stomaco e l'intestino, per infilare un ago nel mio pancreas e prendere alcune cellule dal tumore.

Ero sotto anestesia, ma mia moglie, che era li, mi disse che quando i dottori videro le cellule attraverso un microscopio, cominciarono a piangere perché rsultò che io avevo una rara forma di cancro al pancreas che era curabile.

Mi operarono e ora sto bene.

Questa è stata la volta che sono stato più vicino alla morte e spero sia così ancora per qualche decennio.

Essendoci passato, ora posso dirvi queste cose con una maggiore consapevolezza rispetto a quando per me la morte era un concetto utule ma puramente intellettuale:
nessuno vuole morire.
Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci.

Ciononostante la morte è la destinazione che tutti noi condividiamo.
Nessuno è mai riuscito a fuggirla. E deve essere così, perché la Morte è molto probabilmente la più grande invenzione della Vita.

E' l'agente di cambiamento della Vita. Elimina il vecchio per dare spazio al nuovo.

Ora il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo distante da oggi, diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via.

Scusatemi se sono così drammatico, ma è la pura verità.

Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun'altro.
Non lasciatevi intrappolare dai dogmi - che significa vivere secondo i risultati dei pensieri di qualcun'altro.
Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui sommerga la vostra voce interiore.
E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. Loro in qualche maniera sanno già cosa vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.

Quando ero giovane, c'era una incredibile pubblicazione chiamata The Whole Earth Catalog, che è stata una delle bibbie della mia generazione.
La creò un tizio, non lontano da qui a Menlo Park, chiamato Stewart Brand, e la realizzò con il suo tocco poetico.
Era la fine degli anni '60, prima dei personal computer e della fotocomposizione digitale, pertanto era fatta tutta con macchine da scrivere, forbici e macchine polaroid.
Era una specie di Google di carta, 35 anni prima che arrivasse Google: era idealista, e ricca di strumenti e nozioni interessanti.
Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog, e quando esaurì il suo corso ne pubblicarono un'ultima.

Era la metà degli anni '70, e io avevo la vostra età.
Sul retro copertina c'era la foto di una strada di campagna di prima mattina, quel tipo di strada sulla quale, se siete avventurosi, vi potreste trovare a fare l'autostop.

Sotto la foto c'erano queste parole:

"Resta affamato. Resta incosciente."


Era il loro messaggio di addio.

Resta affamato. Resta incosciente.

E io ho sempre voluto questo per me. E ora, mentre voi vi diplomate per cominciare qualcosa di nuovo, lo augoro anche a voi.

Resta affamato. Resta incosciente.

Grazie molte a tutti.

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