Valvola di sfogo per un periodo di ricostruzione. A volte sono una chiavica, a volte mi pregio di scrivere cose interessanti. Accomodatevi e se ne avete voglia commentate e giudicate. Se volete scendere nel personale scrivetemi pure: andrea_carraro@yahoo.it

domenica 11 febbraio 2007

I'm a bad boy ...

Oggi mi sento buono, così buono che ho voglia di commuovermi.

Perché?

Perché vorrei essere cattivo ogni tanto, un pò merda e godermi il fatto di esserlo, un pò come quelli che subiscono sempre e vorrebbero avere almeno una volta la risposta pronta e difendersi, ma è più forte di me, sono un buono e non ci posso fare niente.

Non lo dico per il rimpianto di chi è stato ferito da qualcuno che ne ha approfittato, è capitato, ma non ci voglio più pensare.

Sto da Dio e non mi manca niente, o quasi ...

Lo dico solo perché mi piace quello che dice questo verso di Free Falling:

"And I'm a bad boy 'cause I dont even miss her
I'm a bad boy for breakin' her heart"


Non so, per uno come me sono parole bellissime, anche se il significato è tremendo.

Sono attraenti nella loro spavalderia, una "qualità" che a me manca completamente.

Sono attraenti perché rappresentano perfettamente uno dei due temi classici del blues, del rock n' roll: o canti perché ti hanno fatto del male o canti perché ne hai fatto a qualcuno.

Quello che conta è dirlo, dirlo sapendolo.

Rendersi tranquillamente conto che con lei non sei onesto, che te la sei lasciata alle spalle col cuore spezzato e non ti manca neppure.

Cosa c'é di peggio? Niente, eppure c'é un fondo di dolcezza in queste parole che a primo acchito suonano stronze, in fondo c'é un ragazzino che si rende conto di aver fatto del male ad una persona che gli vuole bene e questo suo ammetterlo è già una richiesta di perdono.

Sono fatto così, sembra dire, non ho speranza o modo di essere diverso dalla mia natura, e solo il fatto che io ti dica che sono un cattivo ragazzo prendilo come un dono, il dono che ti faccio è sparire, non ti merito, non mi manchi neppure, come fai ad amarmi? Non ti darò mai quello che vuoi.

Sono parole semplici di un ragazzino che magari le pensa guardando il suo primo tramonto senza di lei, sollevando le spalle e dicendosi "non ci posso fare niente, è meglio così".

C'é una specie di piacevole euforia malinconica in questa canzone, da un lato ti rendi conto di cos'hai fatto, dall'altro cammini a testa alta, non orgoglioso per quello che hai fatto, ma perché hai preso una decisione per quanto stronza potesse essere.

Alla fine quello che conta è rendersi conto delle proprie azioni, no?

La canzone è di Tom Petty ma è come se fosse stata cucita addosso ad Axl Rose, cazzo, guardatevi quanto è figo in questo video del 1989 mentre la canta agli MTV Awards:

Quella è la sua sera, i Guns n' Roses sono stati consacrati davanti al mondo intero, in quel momento erano la band più cazzuta del pianeta, e lui si spara un'entrata trionfale durante una canzone che parla di ragazzi cattivi e ragazze coi cuori spezzati.

Axl, lui era veramente un figo, ricordo quando avevo 16 anni, volevo essere lui, non per difenderlo, ma cazzo se c'é stata una vera anima tormentata in quel piattume che sono stati gli anni '80 quell'anima era lui.

Era esattamente quello che volevo essere, un ragazzo che voleva una rivincita e se l'é presa, io avevo solo 16 anni, teoricamente un pò presto per volere la rivincita, ma vi giuro che ne avevo già passate a sufficienza per essere arrabbiato col mondo e aver voglia di salire su di un cazzo di palco e dire "ci sono anch'io, guardatemi, sono anni che subisco, ora tocca a me".

A me piace ricordarlo così, cazzuto, con la sua camminata sicura da stronzo che sa che quella sera è la sua sera, che "almeno quella sera" per citare Keith Richards "la sua è la più grande rock n' roll band del pianeta".

Si, poi si è perso per strada, il successo gli ha dato alla testa, ma non ricordo nessuno in grado di essere così stronzo e così dolce contemporaneamente come questo ragazzo dell'Indiana.

A me piaceva per quello, perché riusciva a scrivere testi di merda come

"Immigrants and faggots
They make no sense to me
They come to our country
And think they'll do as they please
Like start some mini Iran
Or spread some fucking disease"

e poi farmi commuovere con cose come queste:

"I sit here on the stairs
'Cause I'd rather be alone
If I can't have you right now
I'll wait, dear
Sometimes I get so tense
But I can't speed up the time
But you know, love
There's one more thing to consider
"

Quante volte l'ho fatto anch'io? Quante volte l'ho fatto ultimamente?
A me piace star seduto sui gradini a pensare, mi piace aspettare, sentire quanto mi stia salendo il nervoso, l'ansia, la paura di perdere tutto.

Ecco, sto pezzo di merda talentuoso mi ha sempre dato da pensare e vederlo cantare quelle parole per me ha assolutamente senso.

Le ha scritte qualcun altro ma sono sue, sono sue per come le vive, per come le canta, per come le sente e per come si muove sentendole.

Messaggi, perché non li cogliamo mai?
Perché oggi la musica non viene più vissuta per le sensazioni che ci da al di la del sensazionalismo?

A me ha dato tantissimo e ancora oggi, dopo 18 anni da quella serata sento dentro di me cosa vuol dire avere fame di riuscire a farsi capire, di dimostrare che noi che siamo stati male, noi che abbiamo sofferto possiamo avere un'occasione attraverso la musica, attraverso le nostre parole, attraverso il dono che ci è stato dato in cambio di tutta la sofferenza con la quale abbiamo dovuto convivere.

Essere un ragazzo cattivo ... io non ci sono mai riuscito, non ero di quelli che da ragazzo aveva chissà quali storie e chissà quante ragazze da trattare male, le poche le ho sempre trattate benissimo, altrimenti come potrei essere qui a scrivere le cose che scrivo?

E' stato l'ultimo discorso che ho fatto sabato sera con un amico.

Cercavo di spiegargli le differenze che ci sono tra me e lui nel nostro modo di rapportarci alle donne.

Per chi è cresciuto, come me, con un padre violento con tua madre, per chi si è trovato a 8 anni con una pistola carica puntata in faccia è dura essere stronzi con loro.

Non puoi, cresci in fretta, in quei pochi secondi mentre guardi la canna di acciaio sai già cosa non vorrai essere se chi la tiene in mano cambierà idea.

A me è andata bene, a fargli cambiare idea è stato un pugno di mia zia e così stasera sono qui a raccontarvelo invece di essere solo un ricordo sbiadito del compagno di classe fatto fuori dal padre nella memoria di qualche vostro amico che era con me alle elementari.

Ecco, io non riesco ad essere stronzo con le donne, non ci riesco, e se penso che è stata una pistola a segnarmi in quel senso mi viene pure da ridere.

Ovvio, è impossibile apprezzarle tutte, ma quando una mi colpisce non ci riesco, per me a quel punto esiste solo lei, e io ritorno ad essere quel bambino di 8 anni che scappa, che sa che se gli si da un'altra occasione farà qualcosa di buono.

Torno ad essere il ragazzino di 16 anni che vuole una chance per salire su un palco e cantare e dimostrare che c'é dell'altro dietro qualche chilo di troppo e un pò troppa timidezza.

In verità una volta un pò mi sono sentito come nella canzone, avevo 18 anni e c'era questa ragazzina di 15 che aveva una mega cotta per il sottoscritto, carina, dolce e con la "evve".

Eravamo al mare, di inverno, marinato la scuola, io avevo un freddo bestiale alle mani e lei poverina si è tolta i suoi guanti piccoli piccoli e me li ha dati.

No, non mi sento un "ragazzo cattivo" perché ho accettato i suoi guanti ma perché, nonostante mi piacesse e io sapessi di piacerle, non è mai successo niente.

Cosa mi costava farla felice? Cosa mi costava darle quello che così tante volte ho voluto e voglio anch'io?
Niente, probabilmente lo sarei stato anch'io, ma come dice la canzone "I'm free falling", ero in caduta libera dentro me stesso, camminavo anch'io a testa alta, conscio di essere stato stronzo ma anche sicuro di aver fatto la cosa giusta per come vedevo le cose.

Non mi andava di approfittare, lo so, penserete che io sia contorto, ma come avrete capito non mi piacciono le cose facili, anche quando potrebbero essere perfette.

Forse, egomaniaco vanesio che non sono altro, mi bastava sapere che se solo avessi voluto me la sarei potuta prendere. E sarebbe stato un peccato, perché di lei non me ne fregava niente.

Terra chiama Andre, Terra chiama Andre ... ci sei o ci fai?

Oggi invece è l'Andrea della seconda parte della canzone che è rimasto, quello che si pente, quello che vuole far vedere quanto ama, quello che ha deciso di ritornare sulla Terra e lasciare un segno.

I wanna glide down over Mulholland
I wanna write her name in the sky
Gonna free fall out into nothin'
Gonna leave this world for a while

Il ragazzo cattivo è sparito, anche se mi piace ancora camminare come se fossi il re del mondo.

E' un vezzo del cazzo che ho da sempre, e ora che sto di nuovo bene e mi sento più o meno a posto, anche se da li ad essere giustificato nella mia vanità ce ne passa, quando sono in serata lo stronzetto che è in me viene ancora fuori, non come quel pomeriggio alla spiaggia, ma continuo a prendere la vita come se fosse un palco, a salirci come se dovessi sempre dimostrare qualcosa a qualcuno, come se dovessi dire "non mi puoi sparare, non mi fai paura, io valgo più di te, papà, valgo più di te coglione in mezzo al pubblico, valgo più di te, e non so pure chi sei, che stai con la donna che mi fa battere il cuore, valgo più di te. Io valgo qualcosa e lo so".

E' quello che vorrei dirle, mi fai impazzire perché per me vali più di tutto quello che penso di valere, e sappi che io mi piaccio molto, nel bene e nel male.

Pomeriggio alla spiaggia, a guardare i nostri cani che giocano sulla sabbia e noi a bere caffé, lei che progetta cene a base di stoccafisso assieme mentre mi offre un pò del suo dolce alla panna. Perfetto, non trovate?

No, perché il coglione che anni fa si è fatto dare i guanti da una ragazzina infreddolita oggi non ha manco il coraggio di dare una carezza alla persona che sembra essergli piombata dal cielo da quanto lo fa stare bene.

Perché sono un ragazzo cattivo, cattivo perché è più facile girare i tacchi e giustificarsi, dire che oggi non era giornata, perché non sarei all'altezza, perché chissà cosa penserà se le dico quello che provo, perché non ho il coraggio di provare dare quello che vorrei.

Sono cattivo con me stesso, perché mi manca e non faccio niente per averla con me quanto la vorrei, sono cattivo perché il cuore che sto spezzando è il mio.

"And I'm free, free fallin
Yeah I'm free, free fallin"

4 commenti:

Anonimo ha detto...

"And I'm a bad boy 'cause I dont even miss her
I'm a bad boy for breakin' her heart"

"Sono fatto così, sembra dire, non ho speranza o modo di essere diverso dalla mia natura, e solo il fatto che io ti dica che sono un cattivo ragazzo prendilo come un dono, il dono che ti faccio è sparire, non ti merito, non mi manchi neppure, come fai ad amarmi? Non ti darò mai quello che vuoi."

Più che "tremendo" io avrei detto "molto comodo"...ma le parole che hai scritto mi fanno pensare...
Dire che mi consolano è forse dire troppo, se non altro mi mostrano per la prima volta la "faccenda" da un altro possibile punto di vista...
Sii fiero di essere come sei, la ragazza di cui parli è fortunata, molto fortunata.
Quello che il cielo ha ben pensato di far piombare su di me, mi ha sconvolto la vita dopodichè se ne è andato bello tranquillo da un giorno all'altro come se niente fosse stato e adesso sono qui che non so come diavolo si riesca a rimettere assieme i pezzi e le uniche cose che so fare sono: frignare come un moccioso e prendermela con chi non c'entra...cazzo, che pena! (Di certo non sono la prima, ne sarò l'unica).
Il "bad boy", comunque... che lo faccia Axl Rose!
A lui si perdona questo ed altro (anche quelle orrende treccine con cui si è presentato un paio d'anni fa) ... forse!
Scusa se mi faccio gli affari tuoi, (ma un blog comporta anche questo, no?) è che questo post ha catturato la mia attenzione in modo particolare e poi adoro come scrivi.

Buona serata!

Anonimo ha detto...

andre, hai rotto il cazzo. con questa storia del sono fatto come sono fatto, ti coccoli nel tuo limite come dentro a un uovo. Mi spiace informarti che quell'uovo è stato strapazzato e schiacciato come un frittatina da vari enormi TIR nel corso degli anni. Come a tutti o più che agli altri. ma pazienza. adesso i TIR sono rimossi e tu ti senti più leggero. logico. giusto. ma non sei lo stesso che stava sugli scalini di allora, sei un altro andre, anche se tu ti vedi sempre come quel ragazzino pazzo per gli stones che ormai hanno più anni della pentolaccia. mi spiace, ma c'è una via di mezzo tra "andre mettile la lingua in gola" e stare sugli scalini ad aspettarla per sempre. in quella via di mezzo io ci vedo te, leggero e appassionato di musica, ma diverso, più grande. con meno tempo ma più occhio. e ti vedo comunque romantico, dolce, simpatico.come sei sempre stato. Allora non stare lì a farti delle menate se sei buono o cattivo, perché sono fantastici rompicapo dell'adolescenza. sono il ritmo di quella stagione, non questa. chissenefrega se sei buono o cattivo, sarai le due cose, come lo siamo tutti. perché l'abilità, la vera sfida, dovrebbe essere stare in equilibrio su tutta questa faccenda che ti vendono come noramlità. ma non lo è. lo sappiamo tutti, andre, ma resta un segreto.
alzati da quei fottutissimi gradini e raccontaci, nel prossimo post, di qualcosa che non credevi possibile, di te stesso. qualcosa che ti dica: cazzo, ma allora sono diverso. non sono sempre lo stesso caro vecchio andre. sono anche questo e quest'altro. chi lo avrebbe mai detto. fanculo gli scalini, andre. pensaci

Anonimo ha detto...

Oh Andre, sto blog!?!?

Anonimo ha detto...

Oh Andre, sto blog!?!?