Ariecchime dopo mesi per condividere con voi il frutto di una suonatina tra amici che non capitava da tempo.
Con Francesco e Matteo questa sera abbiamo riunito i Mr. Natural, un trio acustico che anni fa avevamo messo su per suonare roba degli Allman e degli Stones.
Siamo stati mezz'ora a studiare l'arrangiamento, che è un pò buttato li ma alla fine di effetto, Matte con la sua Guild a 12 corde, io con la mia a 6, Francesco alla sua Fender Newport che mi stupisce sempre, e ci siamo divertiti.
La voce in falsetto è la mia, teoricamente se riuscite canto anche la voce principale ma Matte e Fra armonizzano di brutto.
Le stonature dovrebbero essere le mie ...
Beccatevi il frutto acerbo e amaro della serata, Midnight Rider degli Allman Brothers in versione sgangherata ma a modo suo affascinante ...
Spilling beans till dawn with Andrea
Valvola di sfogo per un periodo di ricostruzione. A volte sono una chiavica, a volte mi pregio di scrivere cose interessanti. Accomodatevi e se ne avete voglia commentate e giudicate. Se volete scendere nel personale scrivetemi pure: andrea_carraro@yahoo.it
martedì 1 aprile 2008
Musica maestro
Pubblicato da Andrea alle 01:53 7 commenti
lunedì 12 novembre 2007
True Lies
Non so se molti di voi hanno mai visto questo film di James Cameron con Arnold Schwarzenegger quando ancora faceva l'attore.
A me è sempre piaciuto molto.
Un pò perché vi recita Jamie Lee Curtis, l'unica attrice che mi ha sempre stuzzicato fin da ragazzino in film come Helloween di Carpenter, Una Poltrona per Due di Landis e, per l'appunto, True Lies.
Per me è rimasta il mio ideale di donna.
Un pò perché il film è molto gradevole e divertente, la regia di Cameron è fluida e i colori molto gustosi, passatemi la sinestesia, in fondo sono daltonico.
Ma soprattutto è stato uno dei primi film in cui si usavano gli effetti digitali CGI, metodo di cui Cameron è stato pioniere.
E ora veniamo al dunque. Perché questa pappardella? Cazzo centra con quello che sto per scrivere?
Centra eccome, ieri un ragazzo, tale Gabriele Sandrini di professione dj, è stato ucciso in autostrada da un agente di polizia con il grilletto facile.
Centra perché a questa riduttiva sintesi dei fatti è stata cucita sopra tutta un'altra storia e ci arriverò tra poco.
Si da il caso che ieri mattina in un autogrill vicino ad Arezzo, il Sandrini assieme ad altri amici è stato coinvolto in una rissa.
Si da il caso che in quell'istante una volante di poliziotti si trovava nell'autogrill dall'altro lato della carreggiata e ovviamente i poliziotti hanno notato la rissa e deciso di intervenire.
Va benissimo, comportamento lecito.
Il problema è che senza sapere minimamente cosa stesse succedendo, una rapina?, un sequestro?, una banale rissa?, uno di loro ha estratto la pistola ed esploso dei colpi.
Uno di questi colpi ha centrato in pieno il povero Sandrini freddandolo praticamente sul colpo.
Solo che, stando alle dichiarazioni dell'agente omicida, non vi era alcuna volontà di sparare in direzione dei "sospetti", che tra l'altro avevano già imboccato l'autostrada e quindi presumibilmente viaggiavano già ad almeno 60/80 kmh.
Ora io penso quanto segue ed espongo vari punti di vista.
Punto di vista 1: la rapina
Li nella zona si sa che sono attive varie cellule microscopiche di fantomatici neo-brigatisti rossi e quindi capirei l'intervento armato dell'agente nel tentativo di sventare una probabile rapina.
A questo punto capirei anche che l'agente abbia effettivamente sparato per colpire/uccidere i presunti rapinatori.
Di certo ha un'ottima mira, pare che abbia passato 10 anni come effettivo nella squadra mobile di Palermo, ottima palestra per agenti coi controcazzi che si fanno le ossa nel far west tormentato dalla mafia, perché centrare correndo il lunotto di un'automobile lanciata in autostrada da quasi 200 metri di distanza richiede una discreta abilità.
Se così fosse io gli darei una medaglia all'agente e lo proporrei pure per le Olimpiadi di Pechino del 2012.
Punto di vista 2: la rissa
Se gli agenti avessero inteso quanto succedeva nell'autogrill della disgrazia come una rissa non riesco minimamente ad approvare il fatto che abbiano aperto il fuoco.
Se il colpo che ha ucciso Sandrini non fu esploso per uccidere, i poliziotti dicono che è partito per errore mentre l'agente riponeva l'arma nella fondina, trovo altrettanto inappropriata l'esplosione del primo colpo di avvertimento, sparato in aria per calmare gli animi, sempre secondo la versione data dall'agente e dai suoi compagni.
a) per il fatto che dalla distanza in cui si trovava e con il traffico delle auto nessuno lo avrebbe sentito
b) perchè i "sospetti" erano già in corsa nelle loro macchine, quindi che cazzo spari un colpo in aria? Cosa cazzo ti hanno insegnato 10 anni di squadra mobile a Palermo?
c) se ti metti una pistola carica, con il colpo in canna, senza sicura nella fondina sei un perfetto imbecille
d) non centri per puro caso proprio l'auto dei sospetti in un'autostrada trafficata
e) la tesi della pallottola deviata l'avete già usata per Carlo Giuliani e per i film di John Woo.
Quindi secondo me l'agente ha sicuramente sparato per colpire e allora penso:
- che il tipo è fuori di testa, cazzo spari in mezzo all'autostrada come se tu fossi nel far west senza sapere esattamente che cazzo sta succedendo e soprattutto chi è l'aggressore e chi l'aggredito
- se per caso beccavi il conducente, invece del povero Sandrini, ti trovavi con una strage tra le mani
- se per caso beccavi della gente che non centrava niente?
Ora, questa storia puzza e fa acqua da tutte le parti, ma la cosa che mi fa più schifo è la questione che non ho ancora affrontato, volutamente.
I media, le istituzioni, la polizia e la magistratura hanno voluto metterci dentro il calcio per il semplice motivo che i ragazzi coinvolti in questa tragedia stavano andando ad una partita di pallone, ma la verità è, ed invito tutti i tifosi che mi leggono a riflettere su quanto sto dicendo, che per deviare le responsabilità di un agente di polizia dal grilletto facile, si vuole far rientrare questo caso nella disgraziata e lunghissima serie di tragedie legate al mondo del tifo più o meno organizzato.
Qui il calcio e noi tifosi non centriamo niente, non siamo davanti ad un altro Spagna o ad un altro Raciti, qui siamo di fronte soltanto all'incompetenza manifesta di una di quelle persone che dovrebbero mantenere l'ordine ed invece creano il caos.
Non credo al complotto, ma di certo alla fine chi ne paga le spese siamo noi tifosi, non i poliziotti.
Saremo noi che non potremo più andare in trasferta, noi che non possiamo già più esporre i nostri, quasi sempre, innocenti e tanto folkloristici striscioni, siamo noi che veniamo additati come animali.
A volte le ragioni per essere additati a tali ci sono state, ma questa volta non centriamo proprio niente e vorrei che tutti quanti ci sforzassimo per rendere palese questo concetto.
Il calcio e il tifo non centrano, gli agenti di polizia invece centro lo fanno.
Pubblicato da Andrea alle 11:56 2 commenti
martedì 11 settembre 2007
Victory in Europe pt. 1
Aaaaaah, che Estate.
So che quanto segue stride non poco col mio post precedente però la vita va avanti e non posso non ritornare su quanto di bello mi è capitato negli ultimi mesi, sarebbe ingiusto e da ingrati nei confronti dle destino o della divina provvidenza.
Su Graph, che dire, il puzzone manca e non poco, sono anche andato a farmi un giro sul sito del suo allevatore, www.deerhound.nl, e c'é una cucciolata fresca fresca e la tentazione di prendere un altro cane è forte, ma ora proprio non posso.
Recupero un post che avevo cominciato a scrivere prima di partire per le ferie e che completo oggi, ovvero un resoconto della mia estate concertistica.
Rieccomi dopo un periodo iper-occupato, in senso positivo, che mi ha impedito, grazie a Dio, non vogliatemene, di piazzarmi davanti al mio Mac.
Cosa è successo? Beh, notizia più rilevante di tutte è che dopo tutti questi mesi passati all'inferno mi ritrovo felice come non sono mai stato con la persona di cui vi ho scritto in tutti questi mesi.
Non riesco neanche a scriverne perché sarebbe riduttivo, vi dico solo che sto bene e che sono felice
Già, ora dovrò mantenere la promessa di cercare una decorazione a 4 stelle da indossare.
Per il resto il mese di giugno, oltre ad avermi coccolato a livello emotivo, è stato grandioso anche dal punto di vista musicale.
Ho visto quattro grandi concerti: Motley Crue, Alice Cooper, Ozzy Osbourne ed i Rolling Stones.
Partiamo dal primo, sabato 2 giugno, Idroscalo di Milano, Gods of Metal.
In uno stato emotivo al limite del confusionale, settimana di spospensione e di attesa sul mio destino affettivo, parto di mattina presto con mio cugino Marco per vedere i Motley Crue, uno dei pochi gruppi al mondo che riesce a mettermi di buon umore e ne ho veramente bisogno.
Perché di mattina presto quando i Crue suoneranno soltanto alle 21.30?
Perché mio cugino, in un momento di nostalgia post-nascita della sua prima bimba, vuole vedere i Tigertailz, pessima copia londinese dei Poison di metà anni '80.
Strada facendo io e Marco facciamo due chiacchiere, gli spiego i miei casini sentimentali, probabilmente facendogli due palle così, ma in fondo è la giusta espiazione per avermi fatto alzare così presto di sabato mattina considerato quello che sarà l'esibizione dei Tigertailz, ovvero una merda.
Nel mentre comincia pure a diluviare e, quando arriviamo all'Idroscalo, ci ritroviamo in un vero e proprio pantano stile Woodstock, brulicante di metallari zuppi e sudati, cominciamo bene ...
Salgono sul palco i famigerati Tigertailz e mi tocca sorbirmi 30 minuti di stereotipi hair metal propinati dal cantante della band: storie di pompini, orge, bevute nei backstage di mezzo mondo. Peccato che i 'tailz non abbiano mai suonato in posti più grandi di qualche pub sparso per la perfida Albione, che i backstage fossero i cessi dei suddetti pub e che le signorine che li hanno sollazzati con indubbio coraggio e dedizione, visti i personaggi, hanno ben poco in comune con le conigliette di Playboy con cui i Poison ancora oggi, nonostante le pelate, sono soliti intrattenersi.
Finito questo spettacolo pietoso ci fiondiamo anche noi nel backstage, per mio cugino è la prima volta, e ad attenderci non troviamo niente, non che me lo aspettassi, di quanto millantato poco prima dal Bret Michaels di Putnam.
Il backstage di un festival come il Gods of Metal è un piccolo spazio dove ci si può rifugiare e rifocillarsi tra un gruppo e l'altro o, come nel mio caso, per non doversi sorbire gruppi come gli Scorpions e i White Lion in cartellone quel giorno.
Ad ogni modo, niente fighe pazzesche in vista a parte una ragazza molto carina, ironicamente omonima di quella che mi fa battere il cuore, allo stand della Gibson alla quale hanno fatto visita durante la giornata vari musicisti, ma li tornerò più tardi.
Per il resto nel backstage si cazzeggia, si mangia qualcosa al chioschetto gestito da tre gentilissimi travestiti brasiliani e si guarda il materiale umano che lo popola, composto in gran parte da fotografi distrutti carichi di macchine digitali e schiavizzati dagli addetti stampa delle varie case discografiche, giornalisti impazziti che cercano di capire a che ora potranno intervistare Slash, imbucati di ogni genere che fanno di tutto per far notare i loro pass VIP e qualche groupie che non si rende conto di essere nella parte sbagliata di questo piccolo universo dietro il palco.
Per capire riguardatevi la scena di The Wall con Young Lust.
La giornata è passata lunga e noiosa, la pioggia non ha aiutato, eravamo tutti zuppi e incazzati per il tempo, completamente stipati sotto un gazebo dove ad un certo punto si è materializzato Slash per autografare una Gibson Les Paul Special allo stand della Gison di cui sopra.
Normalmente, nonostante la calca, mi sarei fatto avanti per farci due chiacchiere, ma ero talmente in botta da quanto mi stava succedendo in quei giorni che manco l'ho cagato.
Ho ripiegato invece su una session al fulmicotone di "Guitar Hero" su PS3, non male per uno come me che detesta la Play ...
Sotto il tendone la situazione si faceva sempre più grottesca.
Le mancate groupie si disperavano per la fanghiglia in cui affondavano i loro tacchi a spillo e tutti sapevano che da li a poco sarebbe cominciato il piatto forte della giornata, Velvet Revolver e Motley Crue, e ciò significava prendersi una quantità considerevole di acqua.
E acqua fu.
Mentre i Velvet Revolver salgono sul palco inizia di nuovo a piovere, il che non aiuta visto che i VR sono un gruppo che non riesce mai a decollare.
Mi spiace, perché sono anche simpatici, Duff continua ad essere un figo della Madonna ma fossi in loro mi interrogherei sul perché il concerto decolli soltanto quando ripropongono Mr. Brownstone e It's So Easy dei Guns N' Roses.
Un appunto vorrei farlo seriamente a Slash.
E' giunta l'ora che si ritiri, se Axl Rose è una caricatura di se stesso, in qualche maniera ha comunque del carisma, Slash invece è patetico.
Il guitar hero scazzato al 100% si è trasformato in un patetico 45enne che non riesce neppure a suonare come una volta.
Se c'era una cosa figa di Slash era come stava sul palco, gambe larghe, chitarra bassa, siga in bocca e testa chinata, ora invece per fare gli assoli deve sollevare la sua Les Paul per suonare i tasti della parte più alta del manico.
Se tieni la chitarra bassa la suoni bassa, è come se Iggy Pop salisse sul palco con la panciera e a torso nudo.
Unico momento toccante è una Wish You Were Here che per ragioni mie mi fa scendere una lacrimuccia, tutto il resto, come diceva il Califfo, è noia.
Grazie a Dio la mezz'ora tra VR e Motley Crue passa in fretta e non appena salgono sul palco mi dimentico la giornata sotto l'acqua, il fatto che mi stia andando in pappa il cervello per la ragazza che mi fa battere il cuore e di essermi alzato alle 8 di sabato per vedere i Tigertailz.
Maledetto Tommy Lee, il quarantacinquenne più contento del pianeta.
Grazie al cazzo, mentre io ero in mezzo ad un pantano stile Woodstock il signor Lee era chiuso in una camera d'albergo a spassarsela con una giovincella di San Remo, almeno così pare. Il Festival dei Fiori contro il Gods Of Metal.
Checcazzo, i Motley Crue spaccano veramente i culi, concerto perfetto, non una sbavatura, 90 minuti da finale mondiale e io che non riesco a non tirare cristi e altre imprecazioni per sottolineare quanto approvi la loro esibizione.
Non c'é un cazzo da dire, datemi una band così una volta alla settimana e farete di me un uomo felice.
Il concerto è scontato nel senso che i pezzi sono sempre quelli delle altre due volte che li ho visti, le battute di Vince Neil idem, però è una figata totale.
Fiamme, tette, riff cazzuti e pose da rockstar, alleluia!
Unica stronzata, e spero che chi c'era concordi con il sottoscritto, ma perché cazzo devono chiudere con Anarchy in the UK? Che cazzo c'entra? Boh, non lo so so.
Viene male e spezza il concerto, ma alla fine che ci puoi fare?
I Motley Crue sono una manica di teste di cazzo e non si può mica pretendere la perfezione da gente del genere.
Approfitto epr segnalarvi l'usicta di "The Heroin Diaries" di Nikki Sixx, il suo diario di un anno di eroina, non deve essere affatto male.
Buona lettura,
Andre
Pubblicato da Andrea alle 18:48 2 commenti
domenica 2 settembre 2007
Ciao Graph ...
Non volevo riaprire così il blog dopo due e passa mesi di assenza.
Mi sono successe un sacco di cose bellissime, ho passato due settimane stupende in Francia con la ragazza di cui vi ho scritto in tutti questi mesi, tra pochi giorni saranno tre mesi che stiamo assieme e siamo felicissimi.
Purtroppo come scrivevo all'inizio avrei voluto scrivere di quanto sopra, dei bellissimi concerti che ho visto e di mille altre cose ed invece mi trovo a salutare il mio fedele compagno a quattro zampe, Graph, che se ne è andato oggi.
Io ed Eleonora siamo partiti verso mezzogiorno per andare a ritirare Graph e Tilli dalla pensione dove li avevamo lasciati prima di partire per la Francia.
Per tutto il viaggio abbiamo fantasticato sul momento in cui li avremmo rivisti e purtroppo, se Tilli era tutta una festa, Graph era in una stanza in condizioni piuttosto gravi.
Nessun scondinzolio, neanche un cenno di saluto, se ne stava per terra come uno straccio buttato li per caso.
La padrona della pensione mi ha detto che si era sentito male in tarda mattinata e che era peggiorato molto rapidamente.
Lo abbiamo portato d'urgenza in una clinica veterinria li vicino ma non c'é stato nulla da fare.
Dopo 8 anni e 18 giorni Graphite Groovie Ghoulie of Dirty Mind ci ha lasciati non senza averci salutato per un'ultima volta.
Che dire di lui senza risultare melenso, scontato o malinconico?
Ho preso Graph in Olanda in una fredda mattinata di novembre del 1999, era il più arzillo della cucciolata e ancora me lo ricordo, più simile ad un topo troppo cresciuto, che menava i suoi compagni di cucciolata.
In questi anni mi è stato sempre vicino, nei bei momenti come in quelli brutti.
Un ricordo particolare è dell'estate scorsa quando mi stavo leccando le ferite per via del mio bruttissimo divorzio.
Graph aveva una ferita sulla spalla e per non fargliela infettare gli mettevo ogni giorno una maglietta.
La sera della vittoria dell'Italia ai mondiali lo portai a fare l'ultima pipì e tutta la gente rallentava e lo salutava strombazzando.
Io non capivo, Graph era si un cane singolare d'aspetto, più simile ad un cavallo per stazza e camminata, ma il mio daltonismo mi impediva di capire che la maglietta che aveva quella sera era azzurra.
Boh, potrei scrivere molto di più e meglio ma non sono dell'umore, volevo solo dirvi questo, che se ne è andato uno dei cani più dolci e buoni che io abbia mai conosciuto.
Qualcuno di voi lo avrà visto passeggiare col suo fare dinoccolato, elegante e buffo al tempo stesso.
Ci volevamo un gran bene e mi mancherà moltissimo.
Arrivederi pupy, ti voglio bene,
Papà
Pubblicato da Andrea alle 00:19 2 commenti
mercoledì 4 luglio 2007
Still Alive and Well
Lunedì vi farò un full-report di tutti i concerti che ho visto ultimamente: Motley Crue, Alice Cooper, Ozzy Osbourne e venerdì prossimo i Rolling Stones.
A presto,
Andre
Pubblicato da Andrea alle 12:17 1 commenti
martedì 19 giugno 2007
Balboa
"L'importante non è come colpisci ma come sai resistere ai colpi".
Già, gran belle parole Rocky, davvero.
Sono le 7:30 del mattino, è un'ora e mezza che sono sveglio, ieri sono andato a dormire presto, ultimamente dormo come un bambino.
Mi ha svegliato un sms di un amico che ieri sera è andato a vedere gli Stones a Lione, pare sia stato un gran concerto e così l'attesa per la data di Roma si fa più insopportabile.
Diciamo la verità, sono molto contento ultimamente, ed è ironico che per rendermene pienamente conto io abbia dovuto vedere quello che da molti è stato preso come un filmaccio, l'ennesimo tentativo di un attore/regista a fine carriera da non so quanti anni, un pugile suonato che però riesce ancora a darmi delle emozioni.
Cazzo, parliamo di Rocky.
Si, il III, IV e V erano una merda, ma i primi due e l'ultimo compensano ampiamente.
E' la storia dell'underdog, di chi lotta contro un destino che ti ha servito delle carte di merda e comunuque da qualche parte riesce a tirare fuori qualcosa per ribaltare la situazione.
Io mi sono sempre identificato in Rocky, vi farò ridere, sembra in contrasto col tipo di persona che posso sembrare, eppure è così.
Ho incassato colpi per una vita intera, e sono disposto ancora ad incassarne se ne vale la pena.
Ne parlavo ieri ad una persona che legge il blog, se vuoi qualcosa, se ci vuoi arrivare, bisogna avere il coraggio di pagare il prezzo per percorrere quella strada.
Karl Von Klausewitz diceva riguardo al condottiero vittorioso:
"Perché esso esca vittorioso da questa lotta continua contro l'impreveduto, deve possedere due qualità: una intelligenza che, anche in mezzo alla oscurità intensa che la circonda, conservi una luce interna sufficiente a condurla al vero, ed il coraggio di seguire questa debole luce".
Coraggio e risolutezza, niente altro.
Rocky ce l'aveva, Napoleone ce l'aveva, io un pochino l'ho avuta.
Devi avere la fortuna, l'intuito di scorgere la via che ti porterà alla risoluzione del "conflitto" che stai affrontando e il coraggio di perseguire quella via in maniera risoluta.
Il De La Guerra di Von Klausewitz è un libro che ho letto 15 anni fa, un vero mattone, ma è uno dei libri più importanti della mia vita e sono contento di essermi fatto due palle così a leggerlo, perché mi ha segnato, positivamente.
Ieri parlavo con un mio amico di quanto mi sia massacrato per arrivare dove sono ora, il mio disastroso matrimonio, le umiliazioni, l'imbarazzo, la rabbia, ma tutto quel dolore, quelle delusioni mi sono servite a capire cosa non voglio più dalla vita e mi fanno apprezzare ancora di più quello che ho oggi.
E ora che sto bene, ad un anno esatto dalla mazzata che mi ha azzerato l'esistenza, sono qui a godermi da solo il mio piccolo trionfo.
Dunhill International, un film ricco di sentimenti di mattina presto, Graph che vaga da una stanza all'altra tutto assonnato e buona musica prima di farmi la doccia ed andare di buon umore in ufficio.
Non mi succedeva da anni, è un gran giorno per essere vivi.
Sono qui nel mio studio, in sottofondo How You Gonna See Me Now di Alice Cooper
Bet you're sittin' drinkin' coffee, yawnin' sleepily
Just to let you know
I'm gonna be home soon
I'm kinda awkward and afraid
Time has changed your point of view
Gran canzone, a voi cosa dice?
A me tanto, mi fa apprezzare il fatto di essere cambiato, sono uscito dal bozzolo in cui mi ero avvolto e ora vedo tutto con occhi diversi, sarà il mio daltonismo, boh ...
Alice qui ha paura, perché la persona che ama lo ha conosciuto diverso, imbottito di Seagram's V.O. dalla mattina alla sera e quando uscirà sarà sobrio come un bambino e giocherà a golf tutto il giorno invece di vomitare sangue appena sveglio.
Io ho il vantaggio di essere così da almeno 6 mesi, non un nuovo Andre, ma solo di nuovo in contatto con me stesso in maniera cristallina, coraggioso e risoluto nel raggiungere e conquistare quella luce che ho intravisto molti mesi fa.
Sembra che io ci sia arrivato e si sta bene al sole, molto bene.
Buona giornata,
Andre
Pubblicato da Andrea alle 07:29 1 commenti
Etichette: Karl Von Klausevitz, Rocky Balboa
martedì 12 giugno 2007
Day of days
Quelli che vedete in questa foto siamo io, mio fratello e i nostri amici del Gabba Gabba Genoa, lo striscione che portiamo allo stadio dal 2002.
A casa ho un'altra foto identica, scattata il 10 giugno 2005, l'ho guardata una sola volta perché il sapore che mi viene in bocca è troppo amaro.
Eravamo gli stessi ragazzi, mio fratello aveva qualche capello bianco in meno, io 20 chili e qualche capello di più, Neccio non si era ancora rotto il braccio, Biglia era single, Fabio lavorava da noi come stagionale, Angie beccava sempre un sacco di figa e Davide era meno abbronzato.
Poco meno di due anni fa, come tutti gli altri Genoani, ero deluso da quanto era successo.
Perché non voglio vedere quella foto?
Avevamo perso la serie A, ce l'avevano tolta, era successo/non successo qualcosa che rovinò i festeggiamenti del 10 giugno 2005.
Sono stato male un'estate intera, a sperare, a crederci.
Ero convinto che questo caso kafkiano, dreyfussiano si risolvesse per il meglio e, invece, il 19 agosto venne definitivamente confermata la retrocessione del Genoa in serie C, direttamente dalla A appena conquistata.
Neanche alla Juventus dell'anno scorso è stata inflitta una pena del genere.
Mentre ieri al nostro presidente veniva attribuito un ruolo da persona più pericolosa del mondo del calcio, tutti, o quasi, i colpevoli dello scandalo Calciopoli se la ridono, come il mio omonimo Carraro, semplicemente multato con 80.000 euro per aver distorto, corrotto, manipolato e tramato ai danni del calcio italiano.
Quel giorno scrissi una cosa che vorrei voi leggeste.
Se siete genoani o sportivi coglierete il senso delle mie parole, se invece non le approvate, mi spiace, per una volta non me ne frega niente.
Forza Genoa!
Venerdì 19 Agosto 2005, 06:11 PM
Mancano 728 giorni ...
728 giorni a domenica 26 agosto 2007, il giorno in cui il Genoa CFC 1893 giocherà la sua prima partita in serie A dopo 12 anni.
Se l'Europa intera ha resistito per 2073 giorni sotto l'egida di Adolf Hitler, se i neri negli USA hanno resistito 64962 giorni prima di ottenere la fine della segregazione razziale, cosa sono 728 giorni?
Certo qualcuno potrebbe scoraggiarsi, gli ebrei hanno vagato nel deserto per 40 anni prima di arrivare nella Terra Promessa, ma noi durante questi 728 giorni non saremo nel deserto.
Le nostre grida e i nostri canti rimbalzeranno contro le gradinate avversarie quando in massa invaderemo stadi e campi da calcio in cittadine e paesi che non vedevano così tanta gente assetata di vittoria dai tempi in cui 2000 anni fa le Legioni dell'Impero Romano arrivarono fino alle sponde del Reno.
In questi 728 giorni diventeremo ancora più forti, temprati nello spirito e risoluti a riprenderci quanto ci è stato tolto ingiustamente.
E quando finalmente metteremo piedi nella sede che ci compete scacceremo i mercanti dal tempio, tingeremo di rosso i nostri stendardi logori nel sangue dei porci di Orwelliana memoria e nell'inchiostro blu delle loro infami sentenze.
728 giorni fratelli, ma poi sarà per sempre.
Pubblicato da Andrea alle 15:18 2 commenti
Etichette: Carraro, Gabba Gabba Genoa, Genoa